Gaetano Rapizzi – pioniere dell’industria elettrica primi del 900

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“Gaetano Rapizzi: grande industriale e persona di grande intelligenza. Ha portato la sua azienda ad una fioritura grazie al brevetto di una serie di dispositivi elettromeccanici. Anche se in quel periodo c’era molta diffidenza per le innovazioni, l’azienda Zeus di Rapizzi sfruttandole è riuscita ad arrivare a risultati eccellenti e a far conoscere in oltre 40 paesi il suo nome. La Zeus è riuscita a portare innovazione tecnica, commerciale e modernità nel territorio parabighese.”

1. Frontespizio catalogo

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3/10. Stabilimento di Parabiago

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11/16. Inaugurazione scuola G. Rapizzi di Parabiago (MI)

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“La scuola Rapizzi nasce nel secondo dopoguerra come scuola di avviamento professionale. Gaetano Rapizzi ne finanzia la costruzione con 20 milioni di lire. Rapizzi volendo essere ricordato ma non potendo porre alla scuola il suo nome, dato che era ancora in vita, dedica la scuola ad un suo parente: Guglielmo Rapizzi in modo che le iniziali risultino le stesse. Ancora oggi molti parabiaghesi sono convinti che la scuola sia intestata a Gaetano. Successivamente la scuola divento un istituto secondario di primo grado.”

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17. Premiazione maestri del lavoro “con la nipote Daniela”

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18/2 Il presidente della repubblica Giovanni Gronchi consegna l’attestato di cavaliere del lavoro

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18/4 La famiglia Rapizzi con il Cardinale Montini “Paolo VI” nella sede Arcivescovile di Milano – 1961

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19/1 Giornale “Il foglio di Parabiago”

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20/1 di /6 Abitazione RAPIZZI, oggi situata al Museo “Leonardo Da Vinci” di Milano

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21/1 di /7 Collezione “Museo la Luce”

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22. Porta documenti

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23. Porta soldi

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25/1 “TESTIMONIANZA DELLA NIPOTE DANIELA”

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Dal film NUOVO CINEMA PARADISO, si notano i 2 quadri elettrici RAPIZZI su marmo

 

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One Response to “Gaetano Rapizzi – pioniere dell’industria elettrica primi del 900”

  1. Jan Pastori, pronipote di Gaetano Rapizzi. Milano scrive:

    Mia nonna Lina é stata una grande conservatrice e mia madre Daniela lo è ancora. Ho sempre sentito parlare del nonno-bis Gaetano, dei suoi raggiungimenti e delle sue invenzioni, di tutto ciò che ha creato, della sua generosità. Ma, fino a poco tempo fa, non ne ero consapevole in modo adulto.
    Quando la mia nonna Lina se ne è andata, qualche anno fa, la mamma ha aperto scatole e pacchi avvolti in carta di giornale in cantina e ha recuperato tutti i tesori che lei aveva custodito e di cui parlava sempre con orgoglio e nostalgia: quadri elettrici, valvole, campanelli, fotografie, le insegne del Cavalierato del Lavoro. Non vivevo, allora, a Milano e non sono stato partecipe dell’impegno che ha intrapreso per raccogliere tutto quanto ha trovato e prendere accordi con il Dottor Iannone del Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano per donare quei pezzi che, direi anch’io, sono storia.
    Un giorno, per pura curiosità, la mamma ha digitato su Internet, semplicemente, “Gaetano Rapizzi” ed è capitata sul Suo sito. Le si è aperto un mondo nuovo, vi siete sentiti ed è cominciata quella “storia” che ha coinvolto anche me nel fornirle scannerizzato tutto il materiale trovato in casa, anche se c’è voluto del tempo…proprio perché in quel periodo stavo cambiando campo di lavoro entrando in quello dell’illuminazione. Strana coincidenza, ci ho riflettuto solo dopo.
    Non sono certo un “pioniere”, mi auguro solo di continuare, a vivere – e bene – qualcosa che fa parte, in qualche modo, della “mia storia”.
    Spero e mi auguro di aver assorbito alcuni valori importanti e che risalgono, appunto, al mio “bis sconosciuto”. Grazie a lui, grazie alla nonna e alla mia mamma. E grazie a Lei, Signor Vadalà.
    Un piccolo particolare. Tutto il materiale che la mamma ha trovato era impacchettato in carta di giornali che datavano della fine 1976, anno in cui la “bis Rachele” (amatissima moglie del bis-Gaetano, che ho visto solo nella fotografia del mio battesimo) se ne è andata e la nonna Lina è “subentrata” nella custodia di quello che lei aveva tanto accuratamente tenuto fino a quel momento. Io sono nato nel marzo del 1976, e sembrerebbe che, anche qui, ci sia una piccola coincidenza.
    Grazie ancora per certe radici della mia famiglia che lei conserva e tiene vive.

    Jan Pastori
    Milano, Dicembre 2012

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